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Chiesa Parrocchiale di Maria Immacolata

La costruzione dell'attuale Chiesa Parrocchiale di Maria Immacolata, in stile gotico fiorito, iniziò ad aprile 1896.


Descrizione

Da qualsiasi direzione ci si avvicini al paese di Sezzadio appare maestosa la sagoma della chiesa anche da lunga distanza. La dimensione potrebbe sembrare fuori scala se paragonata ad un piccolo paese di campagna ma le ragioni sono da ricercarsi in una popolazione, a fine ottocento, di circa 3.300 abitanti in costante crescita. Oltre a risultare insufficiente ad accogliere i numerosi fedeli, la vecchia chiesa è pericolante a tal punto da non poter essere recuperata.
Eseguite le opportune analisi condotte da professionisti qualificati, nel 1895 viene deliberata la demolizione della vecchia chiesa dedicata a Santa Maria del Mercato. Con l’incarico di presidiare alla costruzione della nuova chiesa, nel marzo 1896 viene costituito un Comitato presieduto dal parroco don Vespa; la prima delibera vede l’assegnazione dell’incarico per la progettazione all’ingegner Francesco Gualandi di Bologna che negli stessi anni dirige la costruzione della parrocchiale di Fontanile.
Francesco Gualandi coadiuvato dal figlio Giuseppe, anch’esso ingegnere, presenta in tempo da record molte soluzioni in diversi stili architettonici; sarà il Comitato presieduto dal parroco a decidere il progetto da realizzare.
Dalla posa della prima pietra avvenuta ad aprile del 1896 si arriva in breve tempo al completamento della copertura ed alla parziale apertura al culto nell’agosto 1898.

Cronistoria degli interventi più importanti
17.01.1895 – Delibera demolizione della vecchia chiesa
26.04.1896 – Posa della prima pietra
28.08.1898 – Completata la copertura e apertura provvisoria al culto
27.08.1899 – Consacrazione dell’altare maggiore
1900-1901 – Smontaggio ponteggi interni e posa del pavimento
10.06.1903 - Demolizione del vecchio oratorio di San Giacomo
25.11.1904 - Dotazione di banchi e arredi interni
19.11.1905 – Installazione dell’organo
16.10.1913 - Inaugurazione dell’impianto elettrico
04.12.1917 – Inaugurazione della grotta di Lourdes
25.12.1917 – Inaugurazione dell’altare di San Giuseppe
29.08.1920 – Benedizione del nuovo fonte battesimale
26.08.1923 - Inaugurazione dell’altare del Sacro Cuore
08.12.1930 - Inaugurazione dei nuovi portali
03.04.1931 – Inaugurazione dei 14 pannelli della Via Crucis
27.07.1933 – Inizio lavori di innalzamento del campanile
12.11.1933 – Completamento dell’innalzamento del campanile
11.06.1934 – Collocazione del concerto di 10 campane

Lo Stile
Costruita in stile neo-gotico, l’impianto architettonico è a tre navate con pianta a croce latina suddivise da colonne polistili sulle quali sono impostati altissimi archi e volte a sesto acuto. Gualandi ha sapientemente materializzato i valori simbolici dell’architettura sacra, culmine della cultura occidentale, quella del “cielo sulla terra”; la grande croce latina (immagine della terra) sul cui quadrato fondamentale all’incrocio del transetto con la navata si imposta la cupola (immagine del cielo) sorretta dal tamburo dotato di dodici finestre a sesto acuto.
Al suo interno l’illuminazione risulta attenuata, pacatamente diffusa, che scende dalle alte finestre decorate con vetrate colorate fa risaltare lo slancio e l’arditezza delle strutture creando un atmosfera raccolta, propizia al silenzio ed alla preghiera. L’imponente facciata dal pronunciato verticalismo che supera i 25 mt di altezza è connotata da tre alti finestroni a sesto acuto, più ampio quello centra -le, sormontati da rosone; elevato il numero di guglie, di archi, di trafori e statue distribuite entro piccole edicole poste sulla sommità.

Un po’ di numeri
Lunghezza totale 53,50 mt
Larghezza facciata 22,50 mt
Larghezza transetto 30,50 mt
Superficie interna ca. 1.000 mq
Interasse navata principale 9,50 mt
Interasse navata laterale 4,85 mt
Diametro cupola 10,00 mt
Altezza navata principale 20,00 mt
Altezza navata laterale 11,60 mt
Altezza del colmo 22,90 mt
Altezza facciata ca. 25,00 mt
Altezza cupola 42,80 mt
Altezza balconata cupola 20,25 mt
Altezza campanile ca. 70,00 mt
Diametro orologio 2,20 mt
Peso totale campane 5.545 Kg
Nr. scalini piano cella campanaria 174

Chi sono i progettisti
Gualandi Francesco (1820-1902) nato a Bologna nel 1820 si laureò in ingegneria nel 1840 e ottenne l’abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere e architetto nel 1844. Morì nel 1902 a 82 anni dopo una intensa e lunga vita professionale nella quale possiamo attribuire la progettazione e costruzione di ben 84 chiese.
Gualandi Giuseppe (1866-1944) nasce a Bologna nel 1866, dopo il conseguimento della laurea in ingegneria presso la Scuola di Applicazione per Ingegneri e Architetti nel 1890, si laureò anche in architettura nel 1893. Affiancò il padre nell’attività di progettista fino alla sua morte. Con lui collaborò in un’opera sinergica concretizzata nella progettazione e costruzione di diversi edifici.
Possiamo attribuirgli la costruzione di 59 chiese. Seguì le orme tracciate dal padre Francesco, seppe uguagliarlo e anche superarlo.
Morì nel 1944 a 78 anni.
Gualandi Francesco Junior (1895-1992) nato a Bologna nel 1895, si laureò in ingegneria nel 1922, collaborò con il padre e dopo la sua morte portò a termine molte opere iniziate dal padre o dal nonno. Notevole fu l’impegno nel ricostruire moltissime chiese danneggiate dai bombardamenti durante l’ultima guerra mondiale; gli si possono attribuire in totale circa 80 chiese tra quelle ristrutturate e quelle costruite ex novo.
Morì nel 1992 a 97 anni.

Chi mette i Gualandi in relazione con la terra piemontese?
Le ragioni per le quali venne contattato l’ing. Francesco Gualandi per la progettazione e costruzione della nuova chiesa non sono note e nei documenti storici non ci sono indicazioni che possano accertare i primi contatti tra la comunità di Sezzadio e il professionista bolognese.
Lo studi approfondito di molte piccole informazioni reperite e analizzate ha permesso di formulare un’ipotesi plausibile.
Tali elementi sono risultati un labile appiglio dal quale dedurre i legami fra i Gualandi e la terra piemontese malgrado sia la ricostruzione del tutto originata da ragionamenti su circostanze storiche documentate e non da fatti certi.
Si ritiene che l’incontro avvenuto quasi mezzo secolo prima a Londra con don Giuseppe Faà di Bruno sia l’aggancio con questo territorio.
Gualandi Francesco nel 1949 si reca a Parigi e Londra per un viaggio di studio. Don Giuseppe Faà di Bruno era sacerdote presso la Cappella dell’Ambasceria del Regno di Sardegna a Londra e Gualandi ebbe l’occasione di progettare una nuova Basilica per gli Italiani in Londra trattenendo con il sacerdote piemontese una stretta collaborazione durata molti anni.
Il sacerdote era natio dell’alessandrino (all’epoca il territorio di Asti faceva parte della provincia di Alessandria) e discendente da nobile famiglia, originaria di Fontanile.
La chiesa di Sezzadio vede la luce negli stessi anni in cui anche a Fontanile si dà l’avvio ai lavori di ricostruzione della parrocchiale; queste chiese risultano essere le due realizzazioni più remote progettate dai Gualandi in Piemonte. A mettere in contatto i due paesi, distanti poco meno di venti chilometri, oltre al fatto di appartenere ambedue alla Diocesi di Acqui, potrebbero essere stati i sacerdoti don Giovanni Roggero e don Domenico Vespa rispettivamente originari di Sezzadio e Fontanile che in quegli anni, svolgevano la mansione di vice-parroco a Fontanile il primo, mentre il secondo era parroco a Sezzadio. Si ritiene non sia quindi un caso che proprio a Fontanile e Sezzadio si ricorra al progettista bolognese per dare corso alla costruzione delle prime due grandi chiese su suolo piemontese.

Lo stile dello studio
La profonda conoscenza dello stile romanico e gotico maturata da Francesco senior, trasmessa al figlio Giuseppe e da lui al nipote Francesco junior, unita a una certa sensibilità personale, rendono le chiese dei Gualandi perfette per una lettura del significato e dei valori simbolici dell’architettura sacra.
Tutte le opere dei Gualandi sono caratterizzate dal prefisso “neo” (neo-romanico, neo-gotico, neo-bizantino, neo-classico, ecc.) definito anche con il termine “Revivalismo” nel quale si ripropone il recupero della tradizione manipolando sapientemente in modo creativo il preesistente.
A volte vengono proposte soluzioni di gusto eclettico che riassumono i vari orientamenti stilistici-architettonici sui quali è fondata tutta la carriera dei Gua-
landi atta a riproporre il recupero di “stili” di epoche precedenti, in particolare il medioevo. Il valore alla simultaneità di diversi stili si manifesta sempre in modo abile e garbato. Se però dobbiamo con una sola parola definire lo stile dei Gualandi non può che essere lo stile neo-gotico; sicuramente il più amato e il più proposto col quale hanno saputo coniugare sapientemente l’utilizzo di materiali non tradizionali per questo stile e sintetizzato caratteristiche proprie del gotico con spunti innovativi ispirati dalle nuove tecniche costruttive dettate dai moderni materiali disponibili.
Dal 1850 e per più di un secolo, lo studio Gualandi ha progettato e diretto la costruzione di chiese: da una generazione all’altra si è trasmesso lo stile non solo architettonico, ma di vita e di cultura sapendo modernizzare la loro produzione con un uso veramente innovativo, e per l’epoca quasi avveniristico, del cemento armato, usato nelle strutture di sostegno ma anche in quelle ornamentali, con effetti sovente da tra foro lapideo di grande
suggestione.

Modalità di Accesso

Dal centro del paese (Piazza Libertà) prendere a sinistra al semaforo.
Dopo pochi metri troverete la chiesa alla vostra destra.

Documenti allegati

Scarica il volume Chiesa Parrochiale Santa Maria Immacolata (6,14 MB)
Cenni storici sulla costruzione della Chiesa

Galleria di immagini

Dove

Via Giovanni XXIII, 12 - 15709

Contatti

Pagina aggiornata il 22/05/2024 16:48:00

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