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Chiesa di Santo Stefano o Santa Maria di Banno

La piccola chiesa di Santo Stefano, nota anche come Santa Maria di Banno, per essere stata legata al monastero delle monache cistercensi detto appunto di Santa Maria di Banno.


Descrizione

Altro importante  monumento è la piccola chiesa di Santo Stefano, situato a sud-est dell’abitato di Sezzadio, sulla sponda sinistra del torrente Stanavazzo, nota anche come Santa Maria di Banno, per essere stata legata al monastero delle monache cistercensi di Santa Maria di Banno in Tagliolo.

Storia:
Risale al XII secolo e, anche se non si conosce l’anno esatto di fondazione, è accertato che dipendeva dal monastero di Santo Stefano di Genova luogo da cui emigrarono i benedettini per fondare nuove colonie monastiche nella nostra regione.
Secondo il Gasparolo, il più antico documento che comprova l’esistenza del monastero di Santo Stefano di Sezzadio, soggetto a quello di Genova, è la bolla di papa Innocenzo II del 16 giugno 1135, nella quale il sommo pontefice ne conferma i possessi e i diritti.
Tale possesso viene riconfermato dalle bolle successive di Eugenio III (18 agosto 1145), Urbano III (4 febbraio 1186) e Celestino III (14 febbraio 1193).
Il monastero era una “grangia” cioè una piccola fattoria che comprendeva una chiesetta, il convento e pochi terreni; mandava i suoi prodotti agricoli al monastero omonimo di Genova e cominciò a decadere sul principio del secolo XIII, quando le lotte comunali fra Alessandrini e Genovesi maggiormente si fecero sentire.

Nel Duecento, precisamente il 3 gennaio 1235 passa alle monache cistercensi di Santa Maria di Banno di Tagliolo di cui è badessa Giacoma Canefri con duplice atto di donazione della chiesa e compravendita della grangia.
Non si conosce il motivo che abbia impedito alle monache di Santa Maria di Banno di Tagliolo di prendere subito possesso dell’acquisto fatto, ma si sa che dovettero attendere fino al 1244 anno in cui fecero ricorso al papa Innocenzo IV perché sia confermata l’approvazione della vendita e l’autorizzazione alle monache a prendere possesso del monastero.
Da allora, Santo Stefano di Sezzè cambia nome in Santa Maria di Banno di Sezzè e quindi si stacca definitivamente da quella dei benedettini di Santo Stefano di Genova. (il nome di Santo Stefano perdurerà tuttavia nei documenti attraverso i secoli, ed ancor oggi questo luogo è chiamato con questo nome).
L’isolamento del monastero di Tagliolo tra i boschi, se da una parte era adatta alla contemplazione, dall’altra con l’andar del tempo divenne molto pericolosa per i continui furti e gli atti di brigantaggio; questo si crede sia il motivo principale per cui le monache diminuirono rapidamente di numero fino alla decisione di trasferire la loro residenza alla succursale di Sezzè facendo sì che il monastero di Sezzè diventasse il monastero principale.

Il 24 luglio 1469 il piccolo monastero di Sezzè divenne la residenza della badessa Brigida de Coronata e delle poche monache superstiti che negli anni successivi hanno provveduto ad ampliare la fabbrica, abbellire ed ad affrescare la chiesa.
Ma neppure a Sezzè le monache trovarono pace, nei decenni successivi  vennero intavolate diverse trattative con altri monasteri quali Santa Brigida di Genova per stabilire permute di possessi.
Le trattative andarono per le lunghe e le monache, trasferitesi già a Genova, per vari contrasti avvenuti con le consorelle genovesi, decisero, nel 1497, di far ritorno al monastero di Sezzè.
Ma anche qui si trovarono in mezzo a pericoli spirituali,  guerre, incendi, depredazioni ed occupazione di terre da parte di gente perversa per cui alcune di esse furono costrette ad abbandonare il monastero.
Chiedevano quindi che fossero soppressi nel monastero la dignità abbaziale e l’ordine cistercense e fosse dato ai Canonici Regolari.

Tali controversie determinarono nel 1512 il passaggio del monastero dalle monache cistercensi alla Congregazione Lateranense dell’ordine di Sant’Agostino e che a loro volta nel 1517 cedettero al convento di Santa Maria di Castello in Alessandria.
Come avevano ricevuto nel 1517 Santo Stefano di Sezzè dalla Congregazione Lateranense, così gli stessi Canonici Lateranensi di Santa Maria di Castello la cedettero di nuovo ad essa il 15 luglio 1649 che provvede ad assegnarla al convento di San Teodoro di Genova.
Nel 1810 un decreto napoleonico che determina la soppressione delle compagnie, congregazioni e associazioni ecclesiastiche, pose fine alla fondazione monastica.

Nel 1815, con la caduta di Napoleone i Reali Savoia rientrarono in possesso del loro Stato e nel 1817 la chiesa passa al Comune di Sezzè, e diviene cappella del cimitero che il Comune stesso ha realizzato nell’orto annesso all’edificio sacro. Nell’orto hanno sepoltura i sezzadiesi, mentre in un sotterraneo della chiesa viene riservato il posto per la sepoltura dei sacerdoti.

Nel 1863 la tenuta di Santo Stefano o Santa Maria di Banno, con i suoi beni, ammontanti a 139 ettari, 68 are e 78 centiare, viene posto all’asta dal Regio Demanio e acquistato dalla famiglia Frascara assieme alla vicina Abbazia di Santa Giustina.
Intorno al 1930 la chiesa di Santo Stefano, con annessi fabbricati viene ceduta al capomastro sezzadiese Paolo Angeleri.
Il 9 dicembre 1988 con atto di donazione, Alessandro Angeleri, figlio di Paolo, dona al Comune di Sezzadio la chiesa di Santo Stefano e il relativo cortiletto.

Negli anni seguenti vengono avviati i primi restauri sulle strutture dell’edificio e degli affreschi mediante un primo intervento gestito direttamente dalla Soprintendenza ed un secondo coordinato dal Comune restituendo l’edificio all’aspetto attuale.
Degno di nota ricordare quanto riportato dall’alessandrino Chenna (1728-1775), storico di chiese e di edifizi sacri su uno dei suoi libri inerenti gli edifici religiosi ove attesta che nella località in cui era edificata la chiesa di Santo Stefano ve n’erano due distinte, e due case religiose separate: le monache Cistercensi sotto la regola di San Benedetto possedevano la chiesa di Santa Maria di Banno e gli edifizi annessi lungo l’attuale via Romita e i frati Olivetani invece possedevano altra chiesa dedicata a Santo Stefano ed altri edifizi verso mezzogiorno adiacenti agli stabili delle monache.
La chiesa e le abitazioni degli Olivetani sono scomparse coi secoli, non rimanendo a loro ricordo altro che un affresco sulla parete esterna della chiesa di Santo Stefano (vedi foto #), prospiciente a mezzogiorno, rappresentante la Madonna del Banno, San Sebastiano, un Vescovo, ed un frate Olivetano; l’antica pittura pare essere l’indizio che la chiesa dei frati fosse collegata a quella delle monache.
Non è noto in quale epoca gli Olivetani presero possesso del monastero di Sezzè, e nemmeno quando lo lasciarono; è però certo che essi nel nostro Comune avevano dei beni stabili come lo dimostrano antichi registri catastali.
Per dovere di informazione viene riportata questa analisi che però è controversa poiché non è condivisa da altri storici, in quanto pare non trattarsi di due chiese differenti bensì di una sola che ha cambiato nome e forme con l’avvicendamento dei titolari.

Architettura:
Dell’architettura della chiesa e del chiostro di Santa Maria di Banno si può dire ben poco; il monastero viene abbandonato nella seconda metà del secolo XV, e diventa preda di devastazioni; soldatesche e vagabondi che transitavano hanno recato danni enormi.
Della chiesa ben presto rimane un mucchio di rovine ed i materiali ricavati dalle parti crollate vennero razziati per costruire nuove abitazioni.
La chiesa a pianta rettangolare non regolare,  coperta da una volta in muratura eseguita dai canonici lateranensi nel XVII secolo in sostituzione del precedente soffitto in legno; vi si accede da una porta posta ad occidente sovrastata da una fenestrella ad arco in arenaria decorata.
Le murature portanti in laterizio misto con riutilizzi lapidei e frantumi architettonici di recupero tra cui un capitello in arenaria. Nel presbiterio è presente una porta che collega la chiesa ad un cortiletto che in precedenza era adibito a chiostro ora non più esistente.

Affreschi:
Nella seconda metà del XV secolo, cioè tra il 1469 ed il 1483, quando l’abadessa Brigida de Coronata fissò in Sezzè la sua dimora con le monache di Santa Maria di Banno di Tagliolo, furono commissionati alcuni affreschi.
Sulla parete di sinistra racchiuse entro riquadri si scorge Sant’Antonio abate e Santa Apollonia e lo stemma dei Signori di Sezzè posto in alto a destra; sulla cornice superiore di questo riquadro è visibile l’iscrizione con riportati alcuni nomi di monache di quel tempo “hoc fecerunt fieri soror Teodorina et soror Francheta et hoc soror Isabella et soror Pereta”  a seguire nel secondo riquadro, immagini molto frammentate, di un Santo guerriero a cavallo (probabilmente San Giorgio) e San Sebastiano; nel terzo riquadro ancora Sant’Antonio Abate e San Defendente.
Sulla parete di destra sono visibili altri riquadri affrescati, ma di cui rimangono pochissime tracce salvo un San Sebastiano ed una Madonna con Bambino assisa su un trono di legno.
Sotto alla finestra, in un ampio riquadro a finti fregi cosmateschi, troneggia una Madonna con Bambino affiancata da alcuni Santi fra i quali si distingue San Bernardo con un libro in mano; in successione un Santo diacono che reca in mano delle pietre squadrate e l’episodio miracoloso di San Giacomo che sostiene un impiccato.
Sullo sfondo si può notare una Crocifissione con la Vergine Addolorata e San Giovanni Evangelista incorniciati da un fregio a spirale; sul registro inferiore, molto danneggiati, figure frammentate di Santi fra cui si riconosce Santa Caterina d’Alessandria, per la ruota del martirio che tiene in mano.

Bibliografia:
– F. GASPAROLO, Memorie storiche di Sezzé Alessandrino: l’Abadia di S. Giustina,
   il monastero di S. Stefano o S. Maria di Banno, Vol. I, pp. 203-305 - Alessandria 1912
– D. RICAGNO, Storia di Sezzè - Alessandria 1894





Modalita di Accesso

nel centro del paese in Via Roncarino, 26. Sulla strada provinciale S.P. 185 in direzione Castelnuovo Bormida/Rivalta Bormida.

Documenti allegati

Galleria di immagini

Dove

Via Roncarino, 26 - 15709

Contatti

Pagina aggiornata il 29/05/2024 16:54:00

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